Fonte: https://sparecycles.blog/2024/04/21/cadence/

In questo post, Jem Arnold porta sul suo blog una discussione originata da un lungo thread su Twitter riguardo la cadenza nel ciclismo. La premessa è intrigante: mentre la cadenza influisce significativamente su vari aspetti fisiologici della pedalata, potrebbe non essere così critica come molti pensano nella pratica del ciclismo, soprattutto a livelli amatoriali avanzati.

Core della Discussione:

Arnold esplora come diverse cadenze impattano il potere critico (CP) e il consumo di ossigeno (V̇O₂), con uno sguardo approfondito su studi che misurano le performance a cadenze di 60 rpm rispetto a 100 rpm. Sorprendentemente, anche se una cadenza più alta mostra un CP inferiore e un maggior consumo di ossigeno, molti ciclisti tendono a preferire cadenze tra 80 e 100 rpm per motivi di comfort e abitudine personale.

Approfondimenti Chiave:

Il post di Jem Arnold indaga approfonditamente come la cadenza influenzi vari aspetti fisiologici e di performance nel ciclismo, mettendo in luce come la “cadenza ideale” possa variare significativamente a seconda del livello di potenza esercitata e delle condizioni di gara specifiche. Il concetto di cadenza liberamente scelta (FCC) è centrale in questa analisi. Ad esempio, a 100 watt, la FCC tende ad essere inferiore o uguale a 60 rpm, mentre a 400 watt, la cadenza scelta dai ciclisti sale a circa 100 rpm. Questo modello suggerisce che non esiste una cadenza unica ottimale, ma piuttosto una scala variabile che si adatta alle esigenze energetiche e al livello di sforzo.

Arnold esplora anche come questa variazione di cadenza influenzi l’efficienza metabolica e la percezione dello sforzo, evidenziando che a carichi di lavoro più elevati, una cadenza maggiore può corrispondere a una maggiore efficienza meccanica. Questa osservazione è particolarmente rilevante per i ciclisti che partecipano a competizioni o che svolgono allenamenti ad alta intensità, dove la scelta di una cadenza ottimale può significare una migliore gestione delle risorse energetiche e una riduzione della fatica neuromuscolare.

La comprensione di questi dinamismi non solo aiuta i ciclisti a ottimizzare la loro performance ma fornisce anche spunti su come personalizzare gli allenamenti per adattarsi meglio alle caratteristiche individuali, sia in termini di preferenze personali sia di requisiti fisici. Arnold enfatizza l’importanza di sperimentare con diverse cadenze per scoprire quella che massimizza l’efficienza e il comfort, promuovendo un approccio più scientifico e personalizzato all’allenamento ciclistico.

Conclusioni e Riflessioni: Strategie per l’Allenamento Basato sulla Cadenza

Jem Arnold conclude che non esiste una cadenza universale ideale per l’allenamento o la competizione nel ciclismo. La personalizzazione della cadenza può portare significativi miglioramenti nelle prestazioni personali. Questo invita i ciclisti amatoriali esperti a esplorare varie cadenze durante l’allenamento per scoprire quale ottimizza meglio la loro efficienza e comfort. Ad esempio, variare la cadenza in sessioni di allenamento lunghe può aiutare a migliorare la resistenza muscolare e la gestione della fatica. Inoltre, integrare sessioni di alta cadenza può sviluppare la capacità di mantenere un’elevata frequenza di pedalata anche sotto sforzo, un vantaggio in scenari di gara. La chiave è sperimentare attivamente e adattare l’allenamento in base alle risposte individuali, utilizzando feedback diretti come il disagio percepito e i dati di prestazione per guidare le scelte di cadenza.